Togliere il glutine dalla propria alimentazione ormai è diventata una moda,
seguita anche da persone che non hanno mai avuto problemi.
Si pensa che mangiare senza glutine possa apportare a tutti benefici per la salute, pensiamo che il glutine in sé sia il problema di tutti i nostri mali, in realtà gli studi hanno confermato che seguire una dieta senza glutine quando non c’è un reale motivo, non è assolutamente più sano e può comportare anche seri problemi.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza e di definire quali sono le condizioni in cui deve essere adottata un’alimentazione priva di glutine.

La Celiachia è una malattia infiammatoria cronica autoimmune caratterizzata da un appiattimento dei villi della mucosa intestinale e causata, in soggetti geneticamente predisposti, dall’ingestione del glutine.
Più semplicemente possiamo definire la celiachia come un’intolleranza permanente al glutine, un complesso proteico contenuto in molti cereali come frumento, segale, orzo, farro, kamut e triticale.
La malattia si manifesta con quadri clinici estremamente diversi, ma la forma più classica, presenta sintomi gastrointestinali quali diarrea cronica, vomito, gonfiore addominale, meteorismo, perdita di peso.
La diagnosi di celiachia avviene tramite la ricerca degli anticorpi specifici per il morbo celiaco e confermata da biopsia intestinale.
L’unica terapia per i soggetti celiaci è l’esclusione del glutine dalla dieta per tutta la vita, che porterà alla remissione dei sintomi e al recupero di un perfetto stato di salute.

La Gluten Sensitivity, la sensibilità al glutine non celiaca NCGS, è un disturbo che identifica quei pazienti che presentano sintomi sovrapponibili a quelli della celiachia e traggono benefici da una dieta priva di glutine, nonostante non risultino né celiaci né allergici al grano, in quanto non c’è una risposta autoimmune e neanche atrofia dei villi intestinali.
In seguito a questi accertamenti, il paziente può iniziare una dieta priva di glutine.
Si parla di NCGS quando la sintomatologia scompare in seguito all’adozione di una dieta senza glutine e ricompare in seguito alla reintroduzione del glutine nella dieta.
Sarebbe preferibile che il test della reintroduzione avvenisse senza che il paziente ne fosse a conoscenza, in modo da escludere un possibile effetto placebo.
Spesso la ricomparsa dei sintomi non è immediata ma è dose dipendente, cioè dipende dalla quantità ma anche dalla qualità del glutine ingerito.

Chi non soffre di queste patologie non trae alcun beneficio da un’alimentazione priva di glutine.
Prima di intraprendere una dieta di eliminazione è sempre importante affidarsi ad un professionista della salute che in seguito ad una corretta anamnesi e dopo aver preso visione degli esami del sangue, ci indica il percorso alimentare più corretto da seguire.

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